La storia dello stile Art Déco

L’Art Déco, così come lo conosciamo oggi, è emerso per la prima volta in Francia poco prima della Prima Guerra Mondiale. Ha preso il nome dall’Exposition International des Art Décoratifs e ha raggiunto la sua piena espressione tra il 1925 e il 1940.

Come ogni stile di design, l’Art Déco si è inserito nel continuum della storia dell’arte, influenzando e venendo influenzato da altri stili. Il Movimento delle Arti e dei Mestieri, il Cubismo e la Secessione di Vienna hanno plasmato i suoi inizi, e l’Art Déco ha poi aperto la strada al Movimento Moderno dopo la Seconda Guerra Mondiale. Prima della costruzione degli edifici Art Déco, lo stile Beaux-Arts dominava l’architettura.

L’Ecole des Beaux-Arts di Parigi ha insegnato lo stile Beaux-Arts, che è diventato lo stile architettonico predominante in Europa e in America dalla fine del XIX secolo all’inizio del XX. Questo stile si ispirava al neoclassicismo nell’ornamentazione e nella massa, ma integrava anche materiali moderni come l’acciaio, il ferro e il vetro. Negli Stati Uniti, lo stile Beaux-Arts ha influenzato molti architetti dal 1870 al 1920.

Gli edifici Beaux-Arts presentano un’ornamentazione classica, una massa simmetrica con un ingresso centrale, una facciata stratificata orizzontalmente e un tetto piatto. I materiali esterni sono tipicamente pietra o mattoni, con colori monocromi o sottilmente policromi. Questo stile ha caratterizzato la maggior parte degli edifici pubblici importanti negli Stati Uniti fino alla metà degli anni ’20, ma già negli anni ’90 del XIX secolo si sentiva il bisogno di un cambiamento.

Pionieri come l’architetto William van Alen, che ha progettato l’Empire State Building, e l’illustratore di moda Erté, che ha creato immagini eleganti di donne, hanno guidato il movimento. Nonostante molti credano che il movimento sia terminato intorno al 1935, le sue immagini rimangono popolari.

L’introduzione del grattacielo moderno, che utilizzava acciaio strutturale anziché muratura portante, ha permesso agli edifici di raggiungere altezze senza precedenti, sfidando il design e la decorazione tradizionali. Louis Sullivan e altri hanno promosso uno stile architettonico diverso, meno dipendente dalle influenze classiche europee e più adatto ai nuovi edifici americani.

Nel 1916, New York ha introdotto il primo codice di zonizzazione per i grattacieli per evitare che blocchino luce e aria alle strade. L’ordinanza richiedeva arretramenti progressivi dell’edificio dal livello della strada.

Hugh Ferriss ha rappresentato questo concetto nei suoi studi di massificazione. L’idea di arretramento della facciata è diventata uno stile incorporato nella progettazione degli edifici alti. In questo contesto, il classicismo Beaux-Arts non aveva più senso e si necessitava di un cambiamento.

Tre principali influenze hanno catalizzato il cambiamento:

La prima guerra mondiale ha cambiato tutto

La Prima guerra mondiale ha cambiato tutto, ponendo fine a un secolo di pace e prosperità in Europa, causando la morte di oltre 20 milioni di persone e segnando un punto di svolta nel mondo. Ha fatto crollare imperi, ridisegnato la mappa dell’Europa e segnato l’ascesa dell’America come potenza globale. La guerra ha influenzato ogni aspetto della società, spingendo le persone a guardare al futuro.

Concorso Chicago tribune

Il concorso del Chicago Tribune del 1922 ha attirato l’attenzione dei media e la partecipazione di 260 architetti per la nuova sede del quotidiano. Il progetto vincitore di John Howells e Raymond Hood prevedeva una torre gotica, ma non ha impressionato la critica. Il secondo classificato, Eliel Saarinen, ha proposto un design che molti hanno riconosciuto come il futuro della progettazione dei grattacieli. Il concorso ha influenzato l’approccio degli architetti alla progettazione e ha gettato le basi per l’Art Déco in America.

Chicago Tribune
Chicago Tribune

Esposizione di Parigi del 1925

L’Esposizione Internazionale delle Arti Decorative e Industriali Moderne si è svolta a Parigi da aprile a ottobre del 1925, mirando a mettere in risalto il nuovo stile emergente in arte, architettura, arredamento, arti decorative e design industriale in Europa e nel mondo. Gli organizzatori hanno voluto esporre esclusivamente il design moderno, escludendo i revival storici. L’evento ha attratto 15.000 espositori da 20 paesi e oltre 16 milioni di visitatori. Nonostante l’assenza formale degli Stati Uniti, molti architetti, designer, responsabili di acquisti di grandi magazzini, artisti e mecenati americani hanno partecipato.

Due filosofie principali hanno caratterizzato l’esposizione. Designer come Lalique, Cartier, Ruhlmann e Brandt, discendenti da una tradizione di artisti decorativi e sostenuti da mecenati facoltosi, hanno presentato opere che utilizzavano materiali costosi e rari, esprimendosi in modi completamente nuovi attraverso l’artigianato tradizionale.

Queste opere incarnavano il lusso, il glamour e l’esuberanza. Dall’altra parte, i “modernisti” come LeCorbusier, Melinkov e Millet-Stevens, insieme ad altri della Scuola Bauhaus, rifiutavano l’ornamento superfluo a favore di oggetti prodotti industrialmente, accessibili a tutti. Credevano che gli edifici dovessero essere “macchine per vivere” e che la decorazione fosse un retaggio del passato. Questa visione modernista ha prevalso nelle scuole di architettura.

Che cos’è lo stile Art Déco?

L’Art Déco, definito “Cubismo addomesticato”, offre un modo per comprendere lo stile distintivo del movimento. Le opere si distinguono per il fascino della geometria e delle forme frammentate, sebbene meno astratte rispetto alle creazioni cubiste.

L’Art Déco riflette anche un senso di ottimismo verso il futuro, mentre i paesi emergevano dall’austerità della prima guerra mondiale verso un’era di opulenza. I ruggenti anni Venti, noti per le feste sfrenate e il boom economico, si manifestano nelle opere d’arte che ritraggono persone agiate in ambienti lussuosi.

L’Art Déco combina la monumentalità dell’Antico Egitto, l’ingegneria aerodinamica e l’illuminazione elettrica del Futurismo, le forme frammentate del Cubismo, i colori vivaci del Fauvismo e la geometria del Bauhaus.

Questo eclettismo marcato è tipico dell’Art Déco e rispecchia i grandi cambiamenti tecnologici, politici e sociali dell’epoca. È uno stile borghese, quasi puramente decorativo, che celebra il progresso, l’eleganza, l’opulenza e l’esagerazione, quasi in risposta all’austerità della Prima Guerra Mondiale.

L’Art Déco è sinonimo di edonismo, rappresentando una fuga ideale nei party all’insegna del jazz e della cocaina.

Marco Crespin
Marco Crespin

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